Se, come sembra storicamente dimostrato, esiste una continuità topografica tra le precedenti sepolture di Pietro e Paolo e la posizione delle rispettive basiliche del IV secolo, ne deriva che il disegno di una “Roma cristinana” contrapposto alla struttura delle Roma imperiale non è frutto improvvisato della pace costantiniana, ma si realizza sulla traccia di una tradizione secolare ormai ben consolidata.
Ciò che emerge improvvisamente, nel piano di Costantino e Silvestro I, non è tanto uno schema d’insieme, già predisposto dalla fittissima intelatiatura delle memorie dei martiri e delle leggende ormai condensate intorno a una miriade di luoghi sacri, per definizione non facilmente soggetti a spostamenti, quanto una sua semplificazione imposta dalla nuovissima occasione di intervento a livello urbano.
Il problema che si presenta è infatti quello di evidenziare, secondo un ordine gerarchico manifesto, i nuovi organi del governo religioso della città, imponento un signum chiaramente cristiano sul tessuto complesso e articolate della “Babilonia” pagana.
Ma se, come si è detto, il modello religioso era già predisposto nelle sue linee essenziali certamente a partire dal III secolo, per lo meno come tracciato di relazioni non puramente fisiche tra i luoghi sacri principali e le strutture urbane preminenti, esso stesso si era andato in parte modellando su una preesistente iterpretazione idealizzata dei principali organi della capitale imperiale, giunta a maturazione a partire dal I secolo. […]