Il nome scelto dai fondatori per la Società Veneta per imprese e costruzioni pubbliche, istituita nel 18721, e già di per sé una dichiarazione di intenti: il nuovo quadro legislativo che si stava delineando in materia di appalti e di contabilità di stato (la legge sugli appalti del 20 marzo 1865, n. 2248, allegato F, le nuove leggi sulla contabilità di stato promulgate intorno al 1865), i mutamenti nel modo di concepire la città e il territorio, in relazione allo sviluppo industriale e delle infrastrutture, alla nuova concezione sull’igiene che si fa strada nel secondo Ottocento (codificata successivamente, nel 1888, nella legge sanitaria Crispi, dopo l’epidemia napoletana di colera del 1884-18872, con molte conseguenze sulle sistemazioni delle città, sull’approvvigionamento idrico e sulle canalizzazioni), creano un ricco bacino di grandi progetti e lavori. L’Italia è ormai unita e moderna politicamente, ma resta assai sconnessa e antiquata dal punto di vista infrastrutturale. […]
Altro da “Il tesoro delle città, VII”
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