Le rappresentazioni cartografiche di Nuoro realizzate intorno agli anni trenta del novecento e funzionali all’ampliamento della città dopo la nomina a provincia nel 1926, disegnano una forma urbana fortemente legata a quella dei secoli precedenti.
Le esigenze politiche e militari che avevano spinto il regime fascista al rilancio urbanistico del centro montano raccoglievano le azioni di rifondazione religiosa e di presidio delle aree interne dell’isola portate dai Gesuiti nel Seicento, ribadite dal papato nel 1779, cui era seguita la nomina a città da parte del Re di Sardegna nel 1836.
La struttura urbanistica di Nuoro, caratterizzata da un tessuto insediativo con vicoli e cortili, presentava i soli segni di rinnovamento dati dal tracciato della seicentesca via Majore e dalla sua rinnovata edilizia, via funzionale al raccordo col nascente polo arcivescovile sulla parte alta dell’abitato mentre i due nuclei originari della città — Seuna e San Pietro — mantenevano distinte le loro forme e le loro funzioni, con popolazioni contadine nel primo e pastorali nel secondo. […]